Danimarca: immigrazione in appalto
In tema di migranti la Danimarca / una mattina /si è svegliata / o bella ciao / bella ciao / bella ciao ciao ciao … una mattina, si diceva, la Danimarca si è svegliata /e ha trovato l’invasor. Pertanto, come si conviene nelle migliori delle famiglie, ha deciso di fare di testa sua: bypassando sia l’Onu che la Comunità Europea. La scorsa settimana il Parlamento danese, a forte maggioranza socialdemocratica, con l’aiuto della destra estrema (stranamente …), ha approvato una legge che stabilisce in paucis verbis la non accoglienza diretta di migranti o anche rifugiati politici, di qualsivoglia confessione: “nihil intellego, nisba, nothing, nada, rien ne va plus, kaputt, nun ci scassate ‘a guallera, spiacenti e arrivedorciiiiiii…” sembra essere stata la chiusa alla motivazione finale finita in calce alla disposizione che presto entrerà in vigore. Copenaghen ha comunque fatto sapere che d’ora in avanti la gestione delle domande di richiesta di asilo per la Danimarca saranno date in appalto ad un paese terzo, esterno alla Comunità Europea. Una sorta di paese in comodato d’uso per il richiedente asilo … In pole position pare che ci sia il Rwanda, l’Eritrea e l’Egitto, non è uno scherzo. Le autorità scandinave contano così di riuscire a far passare in tempi brevi il cammello dalla capiente cruna di un tipico burroso pasticcino danese. La notizia piomba come un fulmine a ciel sereno nelle cancellerie di tutta Europa. Parigi ha lasciato scivolare l’argomento, derubricandolo ad affare regionale, dal momento che nella nota non vi erano apparenti riferimenti all’Italia. Parimenti Berlino, ha preferito rimanere concentrata sull’ormai imminente cambio di Cancelliere al Bundestag, dal momento che nella notizia non vi erano apparenti riferimenti alla Francia. Nel frattempo, a Roma, in una nota fatta filtrare tempestivamente dalla Presidenza del Consiglio si raccomanda caldamente ai propri ministri di non parlare “ad minchiam” citando a sproposito le socialdemocrazie nordiche in fatto di diritti e immigrazione: “Abbiate tutti il contegno di non citare a sproposito i metodi scandinavi nella gestione dei flussi migratori. Piuttosto, se proprio dobbiamo per forza cedere all’istinto di trovare –ad ogni costo- un paese capofila che ci serva da benchmark per le nostre proiezioni politiche, si possono in caso raccogliere a piene mani le suggestioni che arrivano dall’Australia dove, è vero, lo stesso non fanno entrare manco uno spillo, che sia uno, maledetti loro … ma almeno non stanno lì a guardare il colore della capocchia e poi, a dirla tutta, l’Australia sta così lontana dall’altra parte del mondo che la gente manco ci crede che esiste davvero"
8 giugno 2021